Il nuovo Ruolo Vivo prodotto da Laboratorio 41 e Chaos League

QuandoDue repliche. La prima dal 28 al 30 agosto 2017, la seconda dal 1 al 3 settembre (3 giorni full time, nella quota sono compresi vitto e alloggio)
Quota di partecipazione: 180 €
Dove: Umbria, vicino il borgo di Tavernelle.

Workshop: prima replica: sabato 24 giugno dalle 10.00, seconda replica domenica 25 giugno dalle 10.00. 

 

Anno 1631. Mentre la peste decima l’Europa. Un villaggio scompare per sfuggire all’apocalisse. Un villaggio con i suoi amori, i suoi odi, i suoi segreti.
Un villaggio dove non tutto è ciò che sembra.

Sei un abitante del villaggio. Sei un profugo. Sei un lanzichenecco. Fai parte di una famiglia, di una società, di una cerchia.
Hai un mestiere, delle ambizioni, degli obblighi, hai degli amici, dei legami di sangue e d’odio. Hai i tuoi segreti. E hai molto da perdere. Per questo vuoi sopravvivere.

1 6 3 1 è il nuovo Ruolo Vivo in puro stile Southern Way / New Italian Larp della Chaos League. Parla di amore e di odio, di amicizia e di famiglia, di altruismo, di egoismo. Di noi. E’ una storia corale. Un’occasione perfetta per entrare nell’epopea di Poggio de’ Corvi. È una nuova avventura.

Prima replica dal 28 al 30 agosto.
Seconda replica dal 1 al 3 settembre.

 

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Cos’è il gioco di ruolo dal vivo?

È uno spazio in cui delle persone raccontano una storia interpretandola. Secondo Jonathan Gottschall è il “facciamo finta che” degli adulti. È un incontro tra persone che, attraverso i loro personaggi, si relazionano l’un l’altra lasciando emergere una storia. È una narrazione situata. Una eterotopia, per dirla con le parole di Foucault. Secondo alcune stime in Europa ci sono circa centomila persone che praticano questi giochi. Ed è molto più semplice partecipare che spiegare come funziona.

In pratica ogni partecipante veste i panni di un personaggio e vive questo suo alter ego per l’intera durata del gioco. Mangia, dorme e parla rispettando il proprio ruolo e l’ambientazione, ma non c’è un pubblico, né battute scritte e il gioco può durare anche diversi giorni. Entri nella vita di qualcun altro per un certo periodo e ti comporti esattamente come se fossi lui. Il fatto è che questo “lui”, è coerente con l’ambientazione e la storia che i larpwriters hanno scelto di raccontare: un uomo incarcerato ingiustamente, un uomo di fede minacciato dalla Santa Inquisizione, un guerrigliero della Mano Nera, uno degli ultimi sopravvissuti del genere umano, un profugo in cerca di una nuova vita, un abitante di un borgo minacciato dalla peste del 1630.

Ogni evento è una storia a parte ed è situato fisicamente in un luogo che racconta quella storia: un castello, un bosco, un villaggio.

Gli autori del gioco propongono l’esperienza, scelgono il tema e l’ambientazione, fanno ricerca storica, si occupano della logistica, preparano gli effetti speciali e tutti gli oggetti di gioco, selezionano gli strumenti di design più adatti e contribuiscono nel costruire i personaggi che i giocatori interpreteranno.

I giocatori invece vivono la narrazione in prima persona: sudando, emozionandosi, abbracciandosi, piangendo. Corpo, mente e anima. Sono narratori anche loro, ma lo sono in maniera diversa. E le cose nella storia cambiano a seconda di come i partecipanti interagiscono tra loro e con gli elementi narrativi: per questo non esistono due eventi identici, anche replicando lo stesso gioco (cosa che si fa normalmente come con gli spettacoli teatrali). Ad emergere è una narrazione le cui prospettive sono moltiplicate dalle esperienze individuali e dai diversi punti di vista in un gioco di rimandi e relazioni che è impossibile riprodurre. Questa è una delle forze del gioco di ruolo dal vivo. È un’esperienza puntuale, non c’è altro modo di esperirla: bisogna partecipare. Prevede solo ruoli attivi, presenti. Non si può assistere, si può solo praticarla. È prassi.